La cura del Gorilla

La cura del Gorilla

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Warner Bros Picture Italia, Colorado Film

2006

104"

Sandrone, detto il Gorilla, soffre sin da bambino di una particolare forma di sdoppiamento della personalità. Nel suo corpo vivono infatti due persone: la prima, Sandrone, è bonaria, cialtrona e ironica, tanto quanto la seconda, il Socio, è razionale, fredda, violenta. Per la paura di finire in manicomio, Sandrone ha perciò deciso di passare la sua vita nell’ombra, guadagnandosi il pane come investigatore senza licenza. La sua malattia, infatti, lo ha reso incapace di dormire, e l’insonnia perenne è perfetta per lavori di sorveglianza e pedinamento.
Dopo l’ennesimo ricovero ospedaliero, pugnalato da un serial killer, Sandrone decide di accettare un lavoro più tranquillo: fare da accompagnatore a un vecchio attore americano dimenticato da tutti, in Italia per fare da guest star a una convention. Ma mentre esegue di malavoglia il suo compito, Sandrone si trova a dover aiutare una ragazza cui hanno ucciso il fidanzato. Troppo, per un uomo solo.
Per fortuna sono in due, lui e il suo Socio…

Regia: Carlo A. Sigon
Produzione: Warner Bros Picture Italia, Simona Benzakein
Colorado Film, Maurizio Totti
Sceneggiatura: Sandrone Dazieri, Carlo A. Sigon, Pasquale Plastino
Fotografia: Federico Masiero
Montaggio: Claudio Cormio
Musiche: Daniele Luppi
Scenografie: Marco Belluzzi
Aiuto Regia: Miguel Lombardi
Costumi: Roberto Chiocchi
Suono: Tiziano Crotti
Effetti visivi: EDI
Con: Ernest Borgnine, Claudio Bisio, Stefania Rocca, Bebo Storti, Antonio Catania, Gigio Alberti, Gisella Sofio

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Dal romanzo di Sandrone Dazieri. Investigatore senza licenza, detto il Gorilla, soffre di una forma di sdoppiamento della personalità che gli rende impossibile il sonno, spingendolo ad accettare ogni genere di bizzarro incarico. Dopo aver subìto l’ennesimo pestaggio, accetta di fare da guardia del corpo a un vecchio attore americano e si lascia coinvolgere nell’omicidio del fidanzato di una ragazza aggressiva e molto attraente. Esordio nel lungometraggio di C. A. Sigon che, con l’aiuto di un bravo C. Bisio – sempre sottovalutato sul grande schermo – rende efficacemente la “malattia” del protagonista, facile da capire sulle pagine di un libro, difficile da visualizzare, e mette insieme un giallo-nero complicato ma ben congegnato, ambientato a Cremona. Memorabile l’88enne E. Borgnine, ma anche i personaggi di secondo piano: l’irresistibile Luke di G. Alberti, il mafioso di A. Catania e il ruvido Gipi di B. Storti.

Morandini

E invece Bisio è perfetto nel ruolo del Gorilla! Lo ammetto: avevo qualche perplessità. Claudio è un grande professionista, ma quando ho sentito che avrebbe interpretato il protagonista de La cura del Gorilla, mi sono chiesto quale sarebbe stato l’effetto. Ebbene, ora dico: andatelo a vedere. Il film di Sigon è divertente e intrigante, fedele alle atmosfere di Sandrone Dazieri, l’autore della storia.

Bisio interpreta il difficile ruolo di una doppia personalità: da una parte Sandrone, buono e massiccio, dall’altra il Socio, freddo e spietato. La faccia versatile di Claudio è perfetta per rendere una doppia voce e, credetemi, anche nelle prime scene, quelle molto pulp, vedendo quel testone da Mastrolindo non si pensa affatto alla macchietta di Zelig. Bisio si immerge subito nell’atmosfera del miglior noir italiano, con strade a volte complesse. Altra cosa che mi ha piacevolmente sorpreso è la bravura con cui è stata trattata la nostra tradizione gialla. Se andate a vedere La cura del Gorilla, godetevi con voluttà anche uno straordinario Bebo Storti. È essenziale per cogliere le atmosfere politiche e sociali che fanno da contrappunto alla storia.

Carlo Lucarelli (Corriere della Sera)

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